In auto
Da Torino o da Alessandria:

prendete l’autostrada A21 uscire al casello Asti Est, imboccare la superstrada Casale/Alba in direzione Casale, seguirla fino all’ uscita obbligatoria, svoltare a destra in direzione Portacomaro, proseguire lungo la strada provinciale per circa 2,5 km sino al centro del paese sulla piazza sottostante le mura del ricetto.

Da Moncalvo:

imboccare la SP. 457 in direzione di Calliano/Asti, proseguire sino alla località Portacomaro Stazione, appena entrati nel paese svoltare a destra sulla SS. 706 in direzione Portacomaro. Proseguire diritto su SP. 26, dopo circa 3 km seguo le indicazioni per Portacomaro, entro nel centro abitato e proseguo fino in cima al Corso Matteotti, fin sotto le mura del ricetto (Piazza Guglielmo Marconi)

Da Asti:

da Corso Alessandria svoltare su Corso Casale proseguire diritto per circa 6,5 km fino a località Portacomaro Stazione, appena fuori dal centro abitato svoltare a sinistra su Sp. 457 in direzione di Portacomaro. Proseguire diritto su SP. 26, dopo circa 3 km seguo le indicazioni per Portacomaro, entro nel centro abitato e proseguo fino in cima al Corso Matteotti, fin sotto le mura del ricetto (Piazza Guglielmo Marconi),

RISTORANTE ANTICO RICETTO
Indirizzo: PIAZZA MARCONI 16, 14037
Portacomaro Asti
Telefono:0141 202699

PORTACOMARO

Dire cos’è Portacomaro non è facile! Tecnicamente ed aridamente si può dire che Portacomaro è un comune della Provincia di Asti. Rimandiamo alla parte più prettamente statistica chi volesse conoscere i dati caratterisitici del paese sotto forma numerica, qui diremo che il Comune comprende nel suo comprensorio, oltre al paese, la Frazione di Migliandolo, celebre per il suo Grignolino (il preferito dalla regina Margherita di Savoia) e un nutrito numero di cascine e agglomerati di case.
Altra cosa è dire cos’è per chi ci è nato, per chi ci abita, per chi lo ama e per chi lo odia. Qui si entra nel misterioso groviglio dei sentimenti umani dove sono contemporaneamente presenti il tutto ed il suo contrario.

Per chi lo ama, Portacomaro è un piccolo Eden, il posto dove ci si sente “a casa”, dove non si deve dimostrare nulla perchè la gente ci considera per quello che siamo (cioè “il figlio del tale, il nipote del tal altro”) e non bada a quello che siamo diventati (se non per invidiare il nostro eventuale successo); il luogo dove tornare a comportamenti semplici e schietti, a gustare il piacere di una passeggiata lungo la quale tutti quelli che incontri ti salutano e ti chiedono della salute dei parenti, dove puoi dimenticare a casa l’orologio (il campanile mostra l’ora sui quattro lati, è visibile da tutto il paese e batte due volte ore e mezze ore), puoi dimenticare il portafoglio (tutti ti fanno credito), e fino a pochi anni fa potevi anche dimenticare le chiavi, perchè nessuna porta veniva chiusa.

Per chi lo odia, Portacomaro è il limite alle loro aspirazioni, il posto in cui si sentono soffocare dalla pressione sociale delle persone “che non riescono a farsi i fatti loro”, dai limitati confini culturali che il paese offre, dalla mancanza di alternative di svago e di incontro che non siano il bar o il circolo dei combattenti.

Essendo un paese del Basso Monferrato, terra di vini celebri, Portacomaro è un paese agricolo, dedito alla coltivazione della vite, alla vinificazione ed all’allevamento dei bovini (i famosi vitelli della coscia di razza Piemontese). Vengono anche prodotte piccole quantità di nocciole, apprezzate per la loro elevata qualità. Tutti gli altri prodotti agricoli sono di consumo locale

Fonte: Comune di Portacomaro

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